Sui Monti Dauni c’è “Lo Moleno d’acqua del Ponte”, l’unico in Puglia ancora funzionante. Ogni giorno ospita viandanti, produce farina genuina e diffonde armonia. Un posto magnifico costruito su passione, lavoro, tradizioni, sacrificio e genuinità, oltre che sorrisi.
Nel vallo di Bovino, in stazione di Posta, si adagia “Lo Moleno d’acqua del Ponte”, l’unico mulino ancora funzionante in Puglia dal 1810.
Poggiandosi dal XI secolo sugli argini del Cervaro, da cui corrente ne ricava la forza motrice brevettata dal re Ferdinando II di Borbone, “Lo Moleno d’acqua del Ponte” ha innanzitutto il privilegio di collocarsi in un’area di grande valore storico culturale ovvero sulla Strada Regia delle Puglie che fin dai tempi romani fu stazione di posta nei collegamenti tra Puglia e Campania, proprio dove oggi si calpesta il Ponte Guevara affiancato dalla monumentale Fontana Borbonica, edificata da Carlo III.
La struttura è un complesso di macine e mulini ad acqua orizzontale, ben diverso dal modello nordico il cui mulino è verticale come il Mulino Bianco, ad esempio. Il prototipo de “Lo Moleno d’acqua del Ponte” risale ad oltre 4 secoli, quando ogni mulino ad acqua era attivato a mano con una macina per quattro o cinque famiglie. Data la funzione, tale mulino ne divenne subito un’attività commerciale. Debitamente convogliata per la macinazione del grano a scopo alimentare, esso presenta due macine in quarzite (pietra dura) distinte, una per una per il sostentamento umano e l’altro animale, ideali per macinare il grano duro. L’arte della molitura è stato un fattore molto significativo per la civiltà occidentale, tale da interessare la tecnologia e la società quanto l’economia e la politica. L’origine de “Lo Moleno d’acqua del Ponte”, infatti, vide l’appartenenza ai vescovi di Bovino poi al notaio Domenico Caneva, il quale nel 1916 lo vendette alla famiglia Grasso, ai tempi appena tornata dalle Americhe. Oggi, le sorelle Luana ed Olga Grasso gestiscono insieme il mulino ad acqua con lo stesso zelo e passione dei proprio nonno e del papà. Una famiglia unita e appassionata della terra natia, mirando al ripristino delle tecniche originali e dei materiali autentici.
Entrando all’interno, l’impatto è impressionante: nonostante i recenti restauri, si scopre un clima originale tra volte con travi in legno a vista e strumenti da lavoro autentici come mortelle, bascule, mola ad acqua manuale, pale in metallo e macine. Un’attenta opera di ripristino non solo fisica, ma anche pratica, siccome la famiglia Grasso tramanda da decenni, di generazione in generazione, la tecnica di macinazione di un grano particolare, poco diffuso nel commercio industriale, quale la marzuola, la “bianchetta” (bolero), la risciola e “strambéll” (Senatore Cappelli). La sua particolarità è che si può assistere alla sua trasformazione!
Il recupero ha trasformato il mulino in museo diffuso, aperto ad accogliere chiunque, dai turisti alle scolaresche, per mostrare e raccontare il mulino e l’antico mestiere contadino in emozionanti laboratori didattici. Il progetto “Puglia senza ostacoli”, ad esempio, è stato uno di quei momenti emozionanti in cui la pratica dimostrativa della “potenza dell’acqua sulle antiche ritrecine ha incantato adulti, ragazzi e bambini, spesso diversamente abili, con una conseguente interazione con la natura e l’ambiente. Un’esperienza che ci ha emozionato moltissimo e che porteremo sempre nel nostro cuore” sostiene Luana Grasso.
L’accoglienza di questa famiglia sa di pane e pomodoro, scaldatelli e frutta di stagione: qui, non è solo tradizione, ma anche insegnamento all’alimentazione a chilometro zero, un invito ad apprezzare quei sapori e quelle fragranze genuine, utili all’organismo e alle buone abitudini.
Una volta varcata la soglia de “Lo Moleno d’acqua del Ponte”, il tempo è lì immobile nell’antichità e gli adulti sono pronti a ritornare bambini, immersi in una vita di campagna semplice ed autentica.
Per info: +39 333 8346883 – info@lomolenodacquadelponte.it
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