Il tema del riciclo sta diventando sempre più importante nel mondo automotive. Le case automobilistiche, infatti, sono tutte impegnate a sviluppare nuovi sistemi per riutilizzare le materie prime alla base di alcune componenti giunte a fine vita e, in generale, a ridurre le emissioni inquinanti. Si pensi, per esempio, a quanto si sta facendo con le batterie delle auto elettriche. Tuttavia, il lavoro non si ferma solo agli accumulatori, ma riguarda anche molte altre parti dei veicoli e, potenzialmente, le vetture nella loro interezza.
Per arrivare a rendere davvero protagonista l'industria automotive nel campo dell'economia circolare, c'è però bisogno di fare un grande lavoro che deve partire sin dalla progettazione delle vetture. Solo in questo modo sarà possibile realizzare modelli con componenti già strutturati per poter essere recuperati facilmente. Si tratta di argomenti complessi ed interessanti di cui sentiremo sicuramente parlare molto nel corso dei prossimi anni.
Proprio per questo, abbiamo voluto approfondire queste tematiche con Cesare Clausi, Global Sales Director di RadiciGroup High Performance Polymers, la divisione di RadiciGroup specializzata nella produzione e commercializzazione di tecnopolimeri per uso ingegneristico (a base poliammide, poliestere e altri materiali). Presente su scala mondiale, grazie a un network commerciale dislocato in tutti i continenti e a un’attività di ricerca e sviluppo globale, la divisone è parte di RadiciGroup multinazionale attiva anche nei settori della chimica e delle soluzioni tessili avanzate.
I prodotti dell’area High Performance Polymers di RadiciGroup trovano applicazione principalmente nei seguenti settori: automotive, elettrico-elettronico, water management, beni di consumo e industriale.
RadiciGroup High Performance Polymers ha partecipato al progetto Car E-Service finanziato dal programma quadro dell'Unione Europea per la ricerca e l'innovazione Horizon 2020. Obiettivo? Quello di sviluppare modelli innovativi di economia circolare per l’industria automotive. E in particolare RadiciGroup si è occupata di recuperare componenti in poliammide provenienti dalle auto a fine vita trasformandoli, a seguito di una serie di formulazioni e processi, in una nuova materia prima a base polimerica. Grazie a Cesare Clausi, abbiamo, dunque, potuto sapere qualcosa di più del progetto, di come avviene la scelta delle parti da riutilizzare, della fase di riciclo vera e propria e della "seconda vita di queste componenti".
Clausi ci spiega che il compito di RadiciGroup era quello di creare un esempio concreto di economia circolare grazie alla grande esperienza del Gruppo nel settore dei tecnopolimeri , anche da riciclo. Sono stati, dunque, individuati dei componenti specifici guardando innanzitutto alla facilità di reperimento. Oltre a questo, si è puntato anche alla natura omogenea della loro matrice polimerica. Per esempio, un airbag è composto quasi interamente da poliammide 66. Dunque, una volta rimosso dall'auto a fine vita può essere trattato senza complicazioni date da "inquinanti" che in altri componenti, invece, si possono trovare.
La rimozione di un airbag è un'operazione relativamente semplice ma bisogna prestare una certa cautela e deve essere fatta da specialisti e quindi c'è anche il tema della collaborazione con chi conosce bene le attività di smantellamento. Restando sugli airbag, si è fatto in modo che scoppiassero nell'auto, liberando il gas. Poi si è provveduto a rimuoverli e a raccoglierli separatamente. L'aspetto della raccolta diventa più importante nel caso, per esempio, dei copriruota perché possono essere fatti di poliammide 6, 66 o di polipropilene rinforzato. Una volta separati e raccolti questi airbag, li abbiamo mandati a "macinare". La macinazione non la facciamo al nostro interno ma presso aziende specializzate terze oppure presso uno dei nostri siti produttivi che si occupa del riciclo.
Il Global Sales Director di RadiciGroup High Performance Polymers aggiunge poi che, una volta ricevuto il "macinato", si occupano internamente di "caratterizzarlo", cioè di fare un'analisi chimico-fisica di queste materie prime in ingresso andando a vedere il tipo della matrice polimerica presente. Clausi ci spiega anche che prima di avviarle al processo di trasformazione che riguarda l'estrusione e che viene effettuato internamente, viene deciso in cosa trasformare questo prodotto.
Dobbiamo partire dalle caratteristiche in ingresso delle materie prime, capire se possono essere adatte per ottenere dei tecnopolimeri con determinate prestazioni. Guardiamo già all'utilizzo finale. Quando parliamo di prestazioni di un nostro prodotto finito dobbiamo guardare non solo alle caratteristiche chimico-fisiche che riguardano, per esempio, il punto di fusione, ma soprattutto alle caratteristiche meccaniche.
Le applicazioni principali della poliammide nell'auto stanno nel sottocofano e quindi vicino al motore a combustione; è facile immaginare le temperature e le sollecitazioni.
Clausi aggiunge che a quel punto si individuano le proprietà obiettivo da raggiungere e si decide come costruire una formulazione o modificare in fase di estrusione queste materie prime per arrivare ai risultati desiderati. Semplificando, la poliammide ottenuta a partire dal recupero degli airbag viene fusa, e additivata con rinforzi in fibra di vetro o altro, con l'obiettivo di migliorarne le proprietà di stabilità termica e le performance tecniche in generale.
Il materiale esce poi dal processo di estrusione in forma di spaghetti che vengono sminuzzati in granuli. Rispetto a come erano entrate, queste materie prime seconde escono con caratteristiche differenti. Alla fine, vengono misurate nuovamente le proprietà per verificare se corrispondono agli obiettivi che erano stati prefissati. A quel punto, il materiale è pronto ad essere venduto e nuovamente trasformato in un manufatto plastico da altre aziende più a valle.
Nell'ambito del progetto Car E-Service, il Gruppo ha identificato nuove possibili applicazioni dei tecnopolimeri da riciclo. Per esempio, sono stati trasformati in un componente di una colonnina per la ricarica delle auto elettriche o utilizzati per realizzare prodotti come spine e prese.
Nello stesso progetto abbiamo anche utilizzato le materie prime ottenute dagli airbag per creare componenti che però servivano a noi per validarne le proprietà. Ci siamo costruiti nel tempo dei pezzi stampati che ci servivano per capire le principali caratteristiche di un materiale (dimostratori).
Un lavoro che è stato fatto, ci è stato spiegato, anche per le materie prime ricavate dai copricerchi, dalle maniglie e dai tergicristalli. Un grande apporto a tutto questo processo lo ha dato il servizio di progettazione interna che ha lavorato alla simulazione del comportamento di questi materiali riciclati per verificare con un buon grado di certezza che sarebbero stati in grado di ottenere gli stessi risultati di un prodotto ottenuto a partire da un polimero "vergine".
Ma come si conservano questi prodotti e come si spediscono alle aziende che ne hanno bisogno? Su questi temi, Clausi è stato molto chiaro. La poliammide ha una caratteristica molto importante e cioè quella di assorbire molta l'umidità. Per questo, va mantenuta più secca possibile. In caso contrario, ci possono essere problemi quando viene ritrasformata in un qualche pezzo. Vengono dunque utilizzati dei silos con umidità controllata. Ci sono poi diverse forme di confezionamento. C'è, per esempio, il sacco da 25 kg alluminato con una protezione in polipropilene che viene garantito per 6 mesi.
In alternativa, sono disponibili imballi chiamati "octabin" che contengono 1.000 kg di materiale. Poi ovviamente molto dipende anche da dove bisogna trasportarlo.
Legato strettamente al tema del riciclo c'è anche quello della riduzione delle emissioni inquinanti, un aspetto su cui le aziende del settore automotive stanno lavorando molto. Clausi ci spiega che il grosso dell'impatto ambientale avviene nella fase a monte, dall'estrazione del petrolio alla raffinazione dell'industria chimica.
Quando parto da un prodotto che non richiede un nuovo ciclo dalla nascita, cioè dall'estrazione e poi dalla trasformazione, ma che parte da un qualcosa che è arrivato a fine vita o è uno scarto di produzione di altri cicli come quello tessile o delle polimerizzazioni, sto già partendo tagliando il grosso della fetta dell'impatto di quel prodotto. Quando facciamo dei confronti sull'impatto ambientale mettendo a confronto un polimero vergine con un polimero che arriva da un riciclo industriale, l'abbattimento arriva anche all'80%.
Il progetto Car E-Service della durata di tre anni si è appena concluso. Dunque, abbiamo chiesto cosa il gruppo ha imparato e come sfrutteranno l'esperienza accumulata. Clausi ha voluto sottolineare che hanno imparato molto. Partendo dal fatto che la Business Area High Performance Polymers ha una lunga esperienza nel recupero e nel riciclo di materiali polimerici, Car E-Service è stato il primo progetto nell'ambito automotive di una certa importanza che ha permesso di fare squadra tra attori della filiera.
Guardiamo al lavoro fatto sugli airbag come qualcosa che possiamo davvero consolidare e da cui far partire uno sviluppo, un circolo virtuoso che si possa tradurre poi in un business regolare che in un certo senso renda sistematico anche il recupero degli airbag per poi essere incanalati nel riciclo dei nostri prodotti.
Clausi ovviamente spiega che è necessario stringere delle partnership. Poi c'è un aspetto importante che va a "pesare" molto sull'intero processo e cioè che è fondamentale partire dalla progettazione dei componenti tenendo conto di come si potranno recuperare a fine vita. I costruttori, dunque, dovrebbero pensare a realizzare auto con parti riciclabili o che possano essere disassemblate velocemente e avviate facilmente al recupero.
Stiamo dando le carte d'identità dei nostri prodotti in termini di impatto ambientale. Agli uffici di progettazione dei costruttori di auto forniamo la dichiarazione ambientale del nostro prodotto.
Le case automobilistiche possono quindi confrontarla con altri prodotti per scegliere il migliore e assicurare il minor impatto ambientale possibile. Il metal replacement è un tema molto importante per tutti i costruttori di auto: sostituire componenti di metallo con altre realizzate in materiale polimerico è una scelta che porta vantaggi in termini di emissioni nell'intero ciclo di vita perchè alleggerisce l'auto, un dettaglio non di poco conto soprattutto sulle elettriche che, a causa del pacco batteria, pesano di più delle endotermiche.
Oltre alla riduzione di peso, c'è anche una maggiore libertà di progettazione dei componenti. Se fino a 10 anni fa i costruttori utilizzavano i prodotti riciclati per una questione di marketing, oggi non è più così. Richiedere ad un produttore un tecnopolimero che sia in parte o del tutto riciclato, permette alle case automobilistiche di poter calcolare la riduzione delle emissioni di CO2 per l'intero ciclo di vita dell'auto.
L'avvento della mobilità elettrica, ci ha spiegato Clausi, ha rappresentato una sfida per il gruppo visto che i prodotti per il mondo automotive, sino ad ora, erano stati pensati per le auto endotermiche. Una sfida che si è dimostrata relativa in quanto si è trattato di guardare il cambiamento in maniera positiva utilizzando le conoscenze del gruppo per inserirsi in questo nuovo contesto.
Si sono, infatti, aperte nuove possibilità. Per esempio, le elettriche dispongono di grandi batterie ed è necessario garantire l'isolamento dei cavi. Servono anche prodotti con una conducibilità termica differente e dotati di proprietà di autoestinguenza. Se brucia un componente di un'auto elettrica, spiega Clausi, bisogna fare in modo che poi si spenga nel minor tempo possibile.
Un lavoro che il gruppo ha potuto intraprendere grazie anche alle specifiche competenze già sviluppate da tempo in mercati come l'industria elettrica/elettronica e l'ingegneria civile/industriale.
Quello che si temeva di perdere in termini di volumi e di vendita sarà possibile recuperarlo in altre applicazioni. Si pensi, per esempio, alla connettoristica, ai separatori delle celle delle batterie, ai circuiti di raffreddamento, alle coperture dei cavi ed altro.
Evidentemente non riesco a spiegarmi. Me ne farò una ragione. Salùt.
I SUV sono un segmento contenuto? Ma dove vivi?
E comunque i conti non si fanno così, si fanno prendendo il peso medio del parco auto che è sensibilmente cresciuto (in numero ed in peso) ben prima dell'elettrico. Il punto però è che la domanda è relativa a pochissime auto ma non a tutto il resto.
Volendo fare un esempio pratico è come dire che il ponte Morandi è crollato per le auto elettriche mentre tutti i giorni transitavano autotreni (più in numero che in peso) che quando è stato costruito erano fantascienza.
Su HDblog è appena uscito l'articolo propagandistico di Tesla, se leggi le conclusioni vedi che stanno usando il metodo pirometallurgico come i avevo detto, visto che nelle conclusioni
Mancano totalmente gli elementi chiave come litio, grafite, alluminio, silicio manganese etc etc
Ovvio, per chi non vede ad un palmo dal naso......si chiamano conseguenze
Me li aspettavo anche per quelli......ma sono un segmento comunque contenuto del parco auto, non la futura totalità delle auto Magari fossero 250kg, sarebbe un parasido. Un esempio paratico: -fiat 500 termica 835Kg (la meno inquinante, fino a 1370 della più prestazionale) -fiat 500 elettrica tra i 1370 e i 1500 kg non ufficilamente dichairati
Un suv elettrico pesa 2,5/3,5t
Avremmo un aumento medio di 500Kg su ogni auto circa il 45%, il che significa che il carico che dovrà sopportare un ponte dovrebbe essere il 45% più alto di quello attuale. Considera che le auto per cui erano stati progettati tutti i ponti degli anni 60 era notevolmente più leggere di quelle odierne.
Ti rimando a sotto. Il carico massimo per cui vengono testati i ponti prende in considerazione il peso medio di una vettura/tir in condizioni di traffico massimo.
La maggior parte dei viadotti e ponti degli anni 60 venne progettato per auto che pesavono meno di 1000kg. Con le auto elettriche arriveremo ad avere utilitarie che da 850kg passano a 1500kg, berline da 2,5t e suv da 3/3,5t. Questo causa un aumento dei carichi sui ponti.
Il traffico medio non vede 1000 tir e 100 auto ma 1000 auto e 100 tir, il punto è che quelle 1000 auto se fossero elettriche potrebbe pesare quanto 1500 auto termiche odierne e quasi 2200 auto termiche degli anni 60 (è un conto a spanne prendo il dato medi di aumento dei pesi di auto odierne termiche e in versione elettrica).
Per quanto riguarda il manto stradale ti rimando agli incroci e semafori battuti da Tir e autobus; come noterai il manto presenta i maggiori danni con avvallamenti e fosse. Immagina cosa potrebbe accadere con centinaia di suv da 3 tonnellate con coppie mostruose per farli accelerare da 0 a 100 in 5/6 secondi come ridurranno la strada.
Conosco gente che si fumerebbe senza problemi anche la pianta
Oggi già ci sono quantità enormi di batterie che potrebbero essere riciclate, semplicemente il processo oltre ad essere costoso è pure inquinante, quindi si preferisce bruciarli e recuperare il possibile (25/30%), inoltre più sono le quantità più conviene economicamente il metodo oggi adottato. La conseguenza è che oggi viene riciclato con il recupero di litio, alluminio e alcune terre rare solo il 5%, il 50% viene riciclato parzialmente con la perdita del 75% delle materie e il restante non viene riciclato affatto. Anche il loro riutilizzo è mezza truffa perché nel ciclo vita si crea ossido di litio che ne compromette l'efficienza e quindi usarli nei sistemi di accumulo è totalmente insensato su larga scala e per stabilizzare una rete che continua ad avere necessità di stabilità, al massimo possono essere usate nelle colonnine a ricaricare lenta per qualche anno. Ovviamente è semplificato il discorso, ma questa è la situazione al momento
A pensar male si fa peccato ma ci si indovina
menti, non lo pensi davvero.
Ma quando mai... Hai mai letto le stime del riciclare il vetro invece che partire dalle sabbie? Stessa cosa per l'alluminio e centinaia di altre cose. Parliamo anche del 60/70% in meno di energia, senza contare i danni ambientali e paesaggistici.
C'entra, c'entra, quelli che pensi di aver convertito o influenzato è assai probabile che adesso ti stiano ridendo alle spalle. Ma chi credi di essere, un predicatore che converte gli infedeli?
Ma cosa c'entra l'ultima frase?
Solo in Italia circolano 51 milioni di mezzi, dei quali 39 milioni sono automobili. Quindi il singolo conta al più lo 0,0000025%. Scommetto che quelli che hai influenzato in vita tua adesso girano tutti a piedi, con sandali vegani e saio di ortiche come vestito, vero?
E quanto inquina un'auto di 20 anni? E quanto costerebbe una manutenzione seria, con sostituzione programmata dei particolari usurati? La si fa sugli aerei e sulle navi ma, dopo una trentina d'anni al massimo, conviene comunque demolire e prendere il nuovo, anche per navi ed aerei
Balle e scuse patetiche, il telefono tutti ce l'hanno sempre dietro. Non vuoi andare alla ricerca di chi ha l'assicurazione fasulla? Chiedi al tuo comune di far mettere le telecamere e far partire i controlli automatici, quando ci hanno provato a Roma è successa una mezza rivoluzione.. Ma almeno una foto a chi svuota il camioncino dai rifiuti sul bordo della strada gliela vuoi fare? No, eh, fatti sempre gli affari tuoi che campi cent'anni.
Il link che ti ho mandato ti fa vedere che non è vero che il sud è discriminato, ci sono città siciliane tra le più economiche: Sono discriminati, giustamente, quelli che fanno più incidenti. Io ho detto il NON avere l'assicurazione obbligatoria favorirebbe quelle fasulle, se devi tenere i prezzi bassi per invogliare chi non sarebbe obbligato è più probabile che i soldi li recuperi da un'altra parte. Evidentemente non hai mai visto una bicicletta elettrica in vita tua, basta far finta di pedalare, magari avanti ed indietro, ed il motore elettrico va lo stesso.
Le biciclette, per ora, non hanno assicurazione perché non hanno targa, dovrebbero obbligare i ciclisti ad avere un'assicurazione personale
Vai ad estinguerti per primo tu, se ci tieni tanto. E poi, se ci tieni all'ambiente, risparmia energia evitando di spammare questo cumulo di banalità e fe$$erie
Ancora con questa tua fantasia che "il singolo non conta niente". Continua a credere a questa favola.
Non hai la minima idea di quante persone io abbia influenzato durante la mia vita a fare attività ambientali e le ho instradate sulla via giusta. IO! Io che come dici tu non sono nessuno. Pensa a una persona lievemente famosa, o a un professore quante vite può influenzare. Lo dico anche A TUTTI GLI ALTRI, Voi valete più di quello che pensate e potete influenzare persino una nazione intera. Non date retta a questo italba.
Buona fortuna con Dark!tetto. Quando discute con me: 1) non capisce un caxxo 2) dice inesattezze.
Il solito ignorante. Ma statte zitto qualche volta che fai più bella figura. Fino a poco tempo fa avevamo un'auto di 20 anni quindi la durata è quella circa se la si usa bene.
Questa conversazione sta raggiungendo livelli veramente da brividi. Cioè secondo il tuo modo di ragionare io dovrei scendere di casa con lo smartphone e infotarga aperto e andare a caccia dei veicoli non assicurati da poter denunciare? Ma ti rendi conto delle S.c.e.m.e.n.z.e che stai scrivendo? E il link che hai postato non smentisce nessuna " Retorica suddista !1!1!1!" semmai la avvalora ( qualora ce ne fosse una=).
In che modo il fatto di avere un obbligo di RC favorirebbe il proliferare di assicurazioni fasulle, stai arrivando a sostenere l' inverosimile pur di sostenere la tua idea ( assai s.c.e.m.a perdonami). Tra monopattino e bicicletta assistita ci passa il mondo. Una ha un acceleratore l' altra no ( almeno quelle che rispettano la normativa). il fatto di accelerare pedalando fa tutta la differenza del mondo, o tra le altre cose assurde che hai gia detto vuoi aggiungere che pedalare è l' equivalente di premere un pulsante/ schiacciare un pedale? eddai ja... va bene dire tutto pur di restare fedele alle proprie idee, ma qui si sta cadendo nel ridicolo. D' altro canto ci sarà stato un motivo per cui i velocipedi ad oggi non richiedevano ( e sicuramente anche in futuro) non richiedevano l' obbligo di RC.
Poi provi a parlarne con le persone e ti danno del pazzo. Purtroppo il mondo è troppo malato ormai, l'unica soluzione è la quasi estinzione di massa che sta appunto già avvenendo: - temperature in aumento - inquinamento in aumento atmosferico, acqua e suolo - diminuzione della biodiversità = diminuzione disponibilità di cibo e risorse rinnovabili - pandemia sempre più frequenti: a causa della globalizzazione, della diminuzione della biodiversità e del numero spropositato della popolazione - sterilità della specie umana in aumento etc.
Sai poi cosa mi fa incaxxare? Che se i nostri avi fossero stati più cauti nell'uso degli idrocarburi oggi probabilmente le bioplastiche sarebbero già state una realtà concreta e vincente. Invece il mondo si è convertito al petrolio e basta... ora vogliono cercare di invertire la rotta ma per me è troppo tardi. Perchè non c'è volontà di cambiare.
Non ho capito il senso di quel che hai scritto ma soprattutto quale attinenza abbia con l'aver definito (e dimostrato che) quel 5% di riciclo delle batterie per autotrazione fosse una 'mezza bufala' dato che invece è molto più probabile sia riferito a batterie per piccoli strumenti di elettronica.
Non è una mezza bufala, semplicemente non esistono impianti, se non quelli a pirometallurgia che effettuano ricicli su larga scala. Non è che oggi mancherebbe il materiale da riciclare, ma un sistema su base idrometallurgia che recupererebbe il 95% dei materiali è troppo costoso. Per questo la IEA prospetta un 8-12% dal 2030 al 2050 per i paesi più evoluti... A fronte di un aumento di richiesta anche fino a 40 volte maggiore.
https://cen.acs.org/materials/energy-storage/time-serious-recycling-lithium/97/i28
https://cen.acs.org/materials/energy-storage/time-serious-recycling-lithium/97/i28
https://www.iea.org/reports/the-role-of-critical-minerals-in-clean-energy-transitions/mineral-requirements-for-clean-energy-transitions
Puahahahahaha rido, rido di gusto su come TUTTO ciò che ho detto si sta avverando. Ma mi dispiace cari miei, ma non potete farcela. Siete troppo malati, troppo. Pensate che non riuscite nemmeno a tenere un cellulare per 2 anni, non riuscite a risparmiare seriamente l'acqua in casa, non riuscite nemmeno a fare 500 metri a piedi per la spesa, non riuscite nemmeno a prendere l'acqua da un dispenser pubblico o dal rubinetto, etc. etc. etc. etc. Siete troppo con una mentalità consumistica, vi stufate subito delle cose, non avete lungimiranza nè conspevolezza. Quindi anche nel settore automobilistico vediamo OGNI anno pezzi cambiati, pezzi modificati, pezzi eliminati o pezzi del tutto riprogettati. Tutto ciò a cosa porta? A un disastro sul lato delle riparazioni e recupero e riutilizzo dei pezzi. Perchè? In primis perchè la gente vuole sempre l'auto nuova a tal punto che vedo gente malatissima (ma malata da ricovero) che usa la pompa tutti i giorni per lavare la propria auto, tutti i giorni eh, sprecando litri e litri di acqua e con un risultato INUTILE in quanto il giorno dopo l'auto è nuovamente un pò sporca. Potrebbero lavarla una volta al mese, ma non ce la fanno, troppo malati mentalmente. Comprando continuamente auto nuove gli ingegneri possono sbizzarrirsi a progettare componenti nuove e tanti saluti al riciclo. Quel pezzo lì non c'è più, perchè in un anno hanno cambiato e riprogettato quel pezzo. Aaaaah quanto rido, quanto godo. Continuate così che il biglietto per l'estinzione, da circa 100 anni, lo avete già in mano.
Ora basta una spia accesa per rimanere a piedi
Certo che devono pagare gli onesti del Sud, e chi altro? Se ci sono dei delinquenti al Sud che inquinano, costruiscono case abusive, taglieggiano, rubano ecc.ecc. a soffrirne sono gli onesti che hanno la sfortuna di abitarci vicino, è inevitabile.
Cominciassero a denunciare (ormai i telefoni con fotocamera ce li hanno tutti), se non vogliono continuare a pagare per sempre! E comunque questa retorica meridionalista piagnona non è più neanche vera, vedi https://www.assoutenti.it/rc-auto-costo-neopatentati/.
Il non avere l'assicurazione obbligatoria non cambierebbe niente, semmai farebbe proliferare le assicurazioni fasulle che al momento di pagare spariscono. Ci sono assicurazioni che coprono la responsabilità civile personale, credo coprano anche i pedoni. La bicicletta a pedalata assistita la acceleri muovendo i pedali, che differenza c'è?
"se vuoi un servizio è giusto che tu lo paghi" -> Dove avrei scritto il contrario?
"Se ci sono dei malviventi al Sud che da decenni campano truffando le
assicurazioni, e lo sanno praticamente tutti con nomi e cognomi,
dovrebbe pagare lo stato perché le tariffe siano uguali a quelle del
Nord?" - > E che le deve pagare quello onesto del sud? Iniziamo a mettere le scatole nere obbligatorie su tutti i veicoli circolanti e a impedire alle compagnie assicurative di essere arrendevoli. Molto spesso in un contenzioso le compagnie assicurative fanno le arrendevoli e pagano senza andare a giudizio, magari hanno ragione, ma loro pagano... tanto poi si rifanno sul loro assistito che è obbligato ad avere un' assicurazione
Comunque monopattini e biciclette non sono tanto innocue, se fai cadere una vecchietta magari non se la cava solo con "una sbucciatura" -> si, sui grandi numeri qualcosa di terribile può sempre succedere ma questo non giustifica provvedimenti che obbligano tutti a sottoscrivere un obbligo del genere. Con questo ragionamento io che sono alto 1.90 e peso 92 Kg dovrei assicurarmi le scarpe perché se camminando, urto inavvertitamente una vecchietta la posso far cadere e ucciderla... che razza di ragionamenti Voglio anche capire il monopattino, che bene o male ha un acceleratore quindi il legislatore può giustificarlo in qualche modo. Ma una bici a pedalata assistita non ha proprio alcun senso... Che poi ogni volta che a casa esce fuori questo argomento mio padre mi racconta di quando lui aveva il ciclomotore nei tempi in cui l' RC non era obbligatoria... Era uno dei pochi ad avere una rc e pagava qualcosa come 100 mila lire l' anno... Qualche anno dopo le RC sono riventate obbligatorie e i prezzi si sono più che quadruplicati. Oggi una prima classe a napoli Paga 1000 e passa euro. Gli onesti sono vittime e questo non è accettabile in uno stato civile.
E se vivi in una caverna allora non hai bisogno nemmeno dell'acqua potabile, che ragionamenti sono? Se ci sono dei malviventi al Sud che da decenni campano truffando le assicurazioni, e lo sanno praticamente tutti con nomi e cognomi, dovrebbe pagare lo stato perché le tariffe siano uguali a quelle del Nord? Che poi Nord per modo di dire, a Milano le tariffe sono molto più alte che ad Agrigento e la provincia più cara è Massa Carrara. Comunque, se vuoi un servizio è giusto che tu lo paghi, e se accetti il libero mercato allora ne accetti anche i costi decisi da chi fornisce i servizi. Comunque monopattini e biciclette non sono tanto innocue, se fai cadere una vecchietta magari non se la cava solo con "una sbucciatura"
quale assicurazione. Per condomini con meno di 10 appartamenti non è necessario nemmeno l' amministratore e non c'è nessuna assicurazione obbligatoria
L'assicurazione che si paga per tutti i condomini copre anche la caduta di tegole e vasi, per l'appunto. Le compgnie assicurative forniscono un servizio, rimborsano dei danni che un privato non sarebbe in grado di rimborsare, e giustamente guadagnano sul lavoro che fanno. Ti sembra che guadagnino troppo? Fonda una tua compagnia e proponi le polizze a prezzo più basso!
Dato che non sei il primo a citare questa percentuale, come dicevo, ho fatto una piccola ricerca, un po' perchè l'argomento m'interessa e un po' perchè mi diverte 'inseguire' le fonti.
Allora, la prima in cui ho trovato quella percentuale è questo articolo https://www.weforum.org/agenda/2021/05/electric-vehicle-battery-recycling-circular-economy/ in cui allegano un link che rimanda a un report del 2019 del "U.S. DEPARTMENT OF ENERGY - Vehicle Technologies Office’s" dove effettivamente si legge:
"Currently, lithium-ion batteries are only collected and recycled at a rate of less than 5%." https://www.energy.gov/sites/prod/files/2019/07/f64/112306-battery-recycling-brochure-June-2019%202-web150.pdf
L'affermazione è corredata a sua volta da una nota che rimanda a un sito il Call2Recycle, dove non si trova alcuna conferma, tranne per il fatto che la società in questione si occupa solo del riciclo di piccole batterie https://www.call2recycle.org/what-can-i-recycle/ tanto che nelle FAQ si legge:
"FAQs / Do you recycle car batteries? We do not accept car batteries for recycling ..."
Quindi, a meno che tu non abbia altre fonti, sembra proprio che sia 'una mezza bufala' perchè da quanto si legge è più plausibile che quella percentuale si riferisca alle batterie al litio che alimentano piccoli strumenti elettronici, non le auto (BEV). Oggi dubito ci siano già batterie al litio di auto elettriche da riciclare, se non in numero esiguo. Il problema riguardo al riciclo, perchè è un 'problema' (ma, insieme al riuso, sarà anche un business) si presenterà nei prossimi decenni.
non c'è l'inquinamento dell'estrazione ed è già molto, basta leggere
A dirla tutto il nuovo è l'auto fossile, dato che per un periodo molto proficuo fu l'auto elettrica (o elettromobile) a farla da padrone. Esempio è che la prima automobile a superare i 100 km/h fu un'auto elettrica.
Tutto ciò per dire che abbandonammo una cosa naturale e semplice come l'auto elettrica per un "difetto" che oggi siamo riusciti ad eliminare. Non stiamo andando nel futuro, stiamo tornado giustamente al passato sfruttando una tecnologia nettamente superiore in tutto e per tutto.
Ma i pazzi si preoccupano del peso delle auto elettriche su strade dove ogni giorno passano articolati da 40 tonnellate...
No, se parliamo di riciclo vero è questa la percentuale, se invece parliamo di alte temperature con perdita del litio e terre rare sale è vero, ma non parlo di quella parziale
Si in bioblastica. Quello che si fuma sono i fiori, mica la pianta.
Di canapa.?....Poi ne vedi gente sballata alla guida...
Già negli anni ‘30 Ford aveva sviluppato un’auto dalle fibre di canapa. Sarebbe già tanto avere auto in bioplastica
c'è proprio la gente che fosse per loro starebbe ancora nelle palafitte a combattere con la clava. E per carità uno vuole pure ammettere che non per forza quello che è nuovo è meglio in tutto e per tutto del vecchio, ma ci devono essere delle argomentazioni non dico vere, ma almeno verosimili. Poi se ne escono con " Eh ma le strade sono progettate per le auto degli anni 60!11!1!"
Molta meno nel creare le materie prime da 0. Comunque tanti veicoli finiscono nei paesi dove auto di 20 anni fa sono oro.
Fino ad ora però non hai aspettato gli studi per i SUV da 2 tonnellate, li aspetti solo per i 250kg in più delle batterie... Curioso!
mah starei piú sui 15anni. poi i problemi escono tra ruggine piú o meno superficiale, tensione catena che fa lavorare male le valvole o le piega,frizione, sboccolamenti, assetto da rivedere ect. cmq dipende tutto dall'utilizzo e soprattutto dalla manutenzione ordinaria.
Ma che c4c4ta
Ho fatto una piccola ricerca e sta cosa del 5% è una mezza bufala.
Io sto parlando di mezzi senza acceleratore. E comunque non cambia la sostanza, devo linkare di gente rimasta ferita o uccisa dalla caduta di una tegola? E allora che facciamo? Assicuriamo tutti i tetti?
Io sto ancora aspettando gli studi per riadattare tutte le strade e i ponti ai pesi delle nuove auto elettriche. RIcordo che la maggior parte delle strade italiane è stata progettata prendendo a riferimento il peso delle auto degli anni 60, le auto elettriche peserebbero dall'80 al 110% in più.
Stop endotermiche 2035: tra polemiche, dubbi e fazioni, facciamo il punto | Video
MiMo 2022: i numeri e le nostre interviste al pubblico | Video
Mercedes EQE 350+, ora facciamo sul serio e Tesla può iniziare a tremare | Video
Mazda CX-60: prova (su strada) di maturità per il SUV PHEV da 60 km elettrici | Video
HDnetwork s.r.l© - P.Iva 06183350484 L'informazione in Alta Definizione. Copyright 2022.