Il ministro della transizione ecologica, Roberto Cingolani, cerca di dipanare la matassa. Di ricostruire il puzzle. Il caso Catalent, la multinazionale statunitense che ha dirottato un investimento da cento milioni di dollari da Anagni alla sua nuova struttura di Oxford, è esploso e il suo ministero è finito nel tritacarne delle polemiche. Cingolani, quindi, ha preso carta e penna e ha chiesto chiarimenti a tutti gli enti che fanno parte della filiera deputata a rilasciare le autorizzazioni per costruire i bioreattori progettati per Anagni.
Vuole capire se e dove la procedura si è impantanata e perché. Un via libera atteso e non arrivato dopo due anni, facendo decidere a Catalent di migrare verso lidi migliori. E più veloci. Il ministro Cingolani, dunque, si muove per individuare eventuali responsabilità. Eppure, secondo l'azienda farmaceutica, la goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata determinata proprio da un aggiornamento richiesto dal ministero della transizione ecologica.
I motivi del trasferimento Nella riunione con i sindacati tenuta il 12 aprile nella sede di Unindustria, in cui Catalent ha ufficializzato lo stop all'investimento in Ciociaria, l'azienda ha parlato di considerevoli ritardi e mancati riscontri per le pratiche edilizie e amministrative e di difficoltà delle amministrazioni, coinvolte nell'iter procedurale, di gestire il territorio Sin in cui ricade lo stabilimento. Un fermo dell'investimento inevitabile, ha dunque comunicato Catalent, a fronte dell'assenza di tempi certi per le autorizzazioni, nonostante la presentazione da parte della società di ogni documentazione richiesta.
È stato ancora comunicato ai sindacati che, recentemente, il ministero della transizione ecologica ha indicato di dover fare ulteriori accertamenti. Altri ritardi, ha sottolineato Catalent. Ritardi che non permettevano alla società, è stato spiegato ai sindacati, di gestire le scadenze proposte ai clienti interessati a spostare la produzione dei loro vaccini nel nuovo impianto di Anagni non appena fosse stato completato. Di qui la decisione del consiglio di amministrazione di trovare siti alternativi per i clienti già contattati.
La struttura di Oxford Il sito alternativo è stato individuato in Inghilterra. Un accordo per l'acquisto di una nuova struttura è stato raggiunto per una zona vicina ad Oxford all'inizio del mese di aprile. Si tratta di un sito ancora in costruzione, ma in via di completamento. Inizialmente la nuova struttura era destinata soltanto alla produzione di fasi cliniche, ma l'emergenza che si è verificata in Italia ha cambiato i progetti.
I nuovi investimenti Chiusa la partita dell'investimento da cento milioni di dollari, Catalent ha però fatto presente, durante la riunione, che non ha abbandonato il progetto di un nuovo impianto per la produzione di farmaci biologici ad Anagni, con l'obiettivo di espandere la capacità di riempimento e finitura degli sterili. Il tutto sarà condizionato, comunque, dalla presenza di nuovi clienti interessati al tipo di tecnologia presa in considerazione.
La produzione dei vaccini Catalent ha rassicurato le organizzazioni sindacali sulla continuità degli investimenti in corso nello stabilimento di Anagni per i vaccini contro il Covid 19 e di volere anche diversificare la produzione con nuovi prodotti. Per far fronte al fisiologico calo di richiesta che si sta registrando da qualche tempo.
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